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Forma e Funzione

di Maria Roberta Morso 
Roberto Angel

Con quella faccia un po’ cosi, quell’espressione un po’ cosi, che abbiamo noi che abbiamo visto Genova... ripensando a Roberto Angel, dopo I'intervista che mi ha concesso nel suo studio nel quartiere della Foce, a Genova, mi sono ritrovata a canticchiare tra me e me a canzone di Paolo Conte, e mi sono domandata perché. Forse perché Angel ha una faccia un po’ cosi... mediterranea, e un'espressione un po’cosi... intensa, ma con una certa ritrosia che viene contraddetta dal guizzare degli occhi scuri. Ho voluto presentarlo come persona, prima che come progettista, perché I'intervista é stata fortemente influenzata dai suo modo di porgersi,oltre che dai molti progetti che mi ha presentato e che saranno l'oggetto principale dell'articolo.

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Abbiamo parlato del suo percorso professionale un po' a spizzichi e bocconi, da un progetto all'altro, da un’ idea all'altra, ma il filo conduttore che ho rintracciato, a posteriori, é la sua grande carica di creativitá, la sua voglia di sperimentare.

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Iscritto ad un corso di laurea in architettura 'tradizionale', aveva già in mente un percorso mirato alla nautica e la sua tesi di laurea verteva proprio sullo studio delle modalitá in cui, in Italia, si é sviluppato il design nautico: "Motoryacht e architettura - Caliari, Harrauer, Spadolini: tre architetti che hanno contribuito alla evoluzione tipologica e formale delle imbarcazioni a motore da diporto".

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La problematica dell'evoluzione formale delle imbarcazioni rimane un elemento cardine della sua attivitá di designer nautico che continua a studiare, a sperimentare, a elaborare idee e concetti. Da questa intensa attivitá hanno preso forma alcuni progetti originali come, ad esempio, quello del Sea Cube 43'.

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II Sea Cube 43’ é stato il primo progetto interamente realizzato da Angel per il cantiere milanese Sea Cube. L'imbarcazione, lunga 13.35m, ha immediatamente colto il favore degli addetti ai lavori e del pubblico per le soluzioni estremamente versatili, in particolare negli esterni. Angel definisce il lavoro sul Sea Cube, intenso e faticoso: "Non é una barca grande, ma ogni parte l'ho studiata meticolosamente, cercando di trovare la soluzione piü funzionale e semplice da costruire e da usare!" In effetti il risultato é un open dalle linee eleganti, estremamente fruibile, sia internamente che esternamente, con elementi modificabili, come ad esempio la dinette esterna trasformabile automaticamente con sedili ribaltabili e tavolo idraulico a scomparsa, il sedile pilota girevole elettricamente, il tendalino che scompare in un alloggiamento all’estremità dell’hard top. Il progetto ha ottenuto, in occasione del Seatec 2007,il millennium Yacht Design Award (MYDA) nella categoria imbarcazioni da 10 a 16 metri un riconoscimento che Angel ha accolto con giustificato orgoglio, trattandosi di un'opera prima.

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Nella sua attività degli ultimi anni ci sono numerose collaborazioni con I’ingegnere Sergio Cutolo, titolare dello studio Hydrotec, tra cui il progetto di un explorer classico di 30 metri elaborato per un cliente che desiderava uno yacht che ricordasse, nelle fattezze, un robusto rimorchiatore. In questo progetto Angel dichiara di essersi vagamente lasciato ispirare dallo stile di Bannenberg. "Nella varietà della forma delle finestrature che, stondate e verticali verso prua, diventano rettangolari e più orizzontali verso poppa, mi piace riconoscere un'eco di alcune sovrastrutture del maestro". Tra gli altri progetti recenti, ancora in via di definizione, sempre in tandem con Cutolo e sempre nello stile e nelle forme di un explorer, C’é Un 36 metri “forse meno audace, ma con peculiarità interessanti; attualmente sto definendo due proposte per le linee esterne, piccole mutazioni della pelle esterna a dimostrazione che lo stile è indipendente da forma e funzione". E per finire con il genere expedition vessel, il progetto piü grande, ancora in fase embrionale é quello di un explorer di 52metri:” A Sergio piacciono gli expedition, e anche a me! Lo yacht ha una grande zona poppiera in contiguità con il mare, un corpo centrale con l’area living e con spazi all’aperto caratterizzati dalle spigolose forme a balconcini esagererei dicendo che ricordano lo stile del grande Mario Ridolfi!"

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Su un altro fronte, quello degli open, Roberto Angel sta attualmente lavorando ad una delicata operazione di restyling del Jaguar 76’ stilizzato da Paolo Caliari: si tratta di un nuovo Jaguar da 80 piedi,realizzato sulla piattaforma del modello immediatamente inferiore. Le modifiche sono concentrate gli spostamenti e un rimodellamento delle aperture. “Tali interventi - ci tiene a sottolineare Angel - hanno inevitabilmente alterato le armoniose linee del Jaguar 76' disegnato da Caliari, ma non sono stati pensati per migliorare quella che rimane una splendida barca, bensì per diversificare due modelli simili per dimensione, ma molto diversi per capienza, interni e modo di vivere la vacanza in mare. Per gli interni il mio intervento, più che stilistico - io uno stile non ce I'ho e non voglio averlo - è basato sulla riconfigurazione degli spazi. La peculiarità sta nel fatto che ho cercato di razionalizzare il processo produttivo, già in fase progettuale. Ad esempio ho disegnato pannellature modulari, medesimi raggi di curvatura negli elementi d'arredo e negli imbonaggi, identica dimensione di tutti e 22 i cassetti presenti a bordo. Ho semplificato le cose al cantiere... è stato un lavoraccio, ma mi ha dato molta soddisfazione". Gli chiedo qual è, a grandi linee, iI suo metodo di lavoro e lui mi spiega che gli piace lavorare organizzando bene

le procedure, cercando di sperimentare empiricamente le soluzioni, laddove è possibile. Fa realizzare modelli grezzi di alcuni pezzi, anche con materiali di risulta, per avere la percezione precisa delle dimensioni e dei rapporti tra gli elementi. Gli piace lavorare in stretto contatto con i cantieri, seguendo passo dopo passo I'avanzamento dei lavori di costruzione.

 

Ancora sul tavolo da disegno c'e, tra le altre cose, anche quello che definisce un 'progetto in corso: si tratta delle proposte per gli interni dell'Argonauta 180 che verrà realizzato da Yacht Excellence. ll design esterno e dell'architetto Gianpaolo Nari e l'engineering di meccano Attualmente sono in fase di ultimazione due proposte, moderna e classica, adattate al medesimo layout. Quanto alla continua attività di sperimentazione, mi ha colpito parecchio il lavoro di elaborazione fatto a partire da un progetto sviluppato circa un anno fa per Sea Cube, I'A200. Alla base dell'esercizio progettuale c'e un trawler di 24 metri dalle linee decisamente spigolose L'ispirazione e stata quella di lavorare su concetti e forme che rimandassero alla Maison Bulle progettata dall'architetto finlandese Anttii Lovag, esponente di quella architettura organica fondata da Frank Lloyd Wright che indica nella coerenza tra forma e funzione il fondamento e l'obiettivo dell'attivita progettuale. Dalla suggestion della Maison Bulle, la Casa Bolla, un'unità abitativa tutta curve prende forma un progetto in netto contrasto stilistico con il modello originario: un'imbarcazione tonda, gonfia caratterizzata da volumi enormi e altrettanto enormi oblo spalancati su un panorama sempre mutevole, quale di provocazione - ma non è detto che qualche cantiere non decida di coglierla - e, secondo Angel, la dimostrazione che lo stile e una variabile assolutamente indipendente che può mutare, anche drasticamente, senza che le prime due caratteristiche ne risentano. Questa e una delle ragioni per cui afferma di non sentire l'esigenza di creare uno stile Angel. Vuole sentirsi libero di percorrere cammini nuovi, studiare soluzioni che di volta in volta, di progetto in progetto, scaturiscano dalle esigenze del cliente o del cantiere e traggano ispirazione e ragione dalla tipologia individuata.

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